Per la prima volta nella storia di ICOM le riunioni annuali (ovvero le Riunioni separate dei Comitati nazionali e dei Comitati internazionali, il Consiglio consultivo e l’Assemblea nazionale) si sono tenute a distanza e non, come di consueto, in presenza a Parigi. Questo ha comportato un grande sforzo organizzativo da parte del Segretariato di ICOM e anche un maggiore impegno dei partecipanti, sollecitati a visionare in anticipo la documentazione, a presentare per iscritto le loro proposte e richieste di chiarimenti, a votare tramite un accredito personalizzato sulla piattaforma dedicata.
I tempi ridotti del dibattito e la possibilità di intervenire riservata a un solo membro per Comitato costituiscono certamente l’elemento negativo della modalità adottata per far fronte alle limitazioni imposte dalla pandemia; d’altra parte l’accesso da remoto e la registrazione dell’assemblea hanno consentito la partecipazione di un numero di gran lunga superiore di Soci, in particolare di paesi extra europei. L’innovativo formato delle riunioni ha garantito una partecipazione di quasi 1500 colleghi da tutto il mondo: una partecipazione eccezionale, mai sperimentata in passato. Inoltre, le riunioni sono state registrate e ogni socio potrà rivederne lo svolgimento nell’area riservata per i Soci sul sito di ICOM International.
In estrema sintesi si può dire che gli incontri dei Comitati (ai quali ho partecipato in qualità di presidente di ICOM Italia) oltre ad assicurare le elezioni dei rispettivi portavoce (per i Comitati nazionali la kenyota Muthoni Thang’wa, per i Comitati internazionali la conferma della danese Kristiane Straetkvern), hanno consentito di portare nel Consiglio consultivo – coordinato da Regine Schultz – e poi all’attenzione del neo-presidente e degli organi di governo dell’Organizzazione, richieste di chiarimento su alcune scelte adottate nell’ultimo anno e proposte di riorganizzazione dei rapporti decisionali e dei flussi informativi tra Presidenza, Comitato esecutivo, Segretariato, Comitati nazionali e internazionali. Alcune domande hanno già trovato una prima risposta nel corso dell’Assemblea, altre domande avranno risposta scritta nell’area riservata per i Soci. Alcune questioni (come il cambiamento delle regole per la nomina dei membri dei Comitati permanenti de dei Gruppi di lavoro attraverso il coinvolgimento dei Comitati) sono ora all’esame del Comitato esecutivo e richiederanno un processo di analisi più lungo (anche per i limiti posti dal diritto francese al quale è legato il funzionamento dell’Associazione), che si concluderà probabilmente anche con proposte di modifiche degli Statuti e/o del Regolamento interno da discutere nell’assemblea generale di Praga nel 2022. Segnali importanti in direzione di una maggiore trasparenza, sollecitata da più parti, e di una migliore comunicazione delle posizioni e delle decisioni da parte degli organi direttivi sono comunque confermati dalla pubblicazione dei resoconti delle riunioni del Comitato esecutivo e di tutta la documentazione ad esso pervenuta nell’area del sito riservata ai Soci, alla quale si accede con la password individuale.
L’Assemblea, infine, ha approvato il bilancio consuntivo 2019 – con un consistente attivo – illustrato dalla tesoriera uscente Emma Nardi: ella ha presentato le dimissioni dalla carica, ma ha accettato di restare comunque alla guida del SAREC, il comitato Strategic Allocation Review che avrà tra l’altro il delicato compito di individuare i criteri e coordinare l’assegnazione del Fondo di solidarietà e consentirà di sostenere progetti he possano aiutare i musei in difficoltà a causa della crisi prodotta dalla pandemia
Non si può negare che ICOM attraversi un periodo difficile, iniziato a Kyoto con il dibattito sulla nuova definizione di museo e reso più acuto dopo le dimissioni della Presidente Suay Aksoy, di tre membri del Comitato esecutivo, di componenti del Comitato MDPP – Museum Definition, Prospects and Potentials e di altri Comitati internazionali. Del resto differenze di vedute e di prospettive sono abbastanza fisiologiche nelle organizzazioni internazionali e in particolare in un’organizzazione che si sviluppa in cinque continenti e in 138 paesi, con storia, concezione del patrimonio culturale, organizzazione istituzionale ed equilibri politici molto diversi. Non è la prima volta per ICOM (basti pensare all’infuocato dibattito svoltosi nell’assemblea di Parigi-Grenoble del 1971) e ci auguriamo che ancora una volta si riesca a superare o quantomeno a temperare le divergenze, con spirito costruttivo e nel rispetto delle posizioni degli altri, raccogliendo le sfide e le istanze di rinnovamento – tanto nell’Organizzazione quanto, soprattutto, nella visione del ruolo del museo nella società contemporanea – senza cancellare tuttavia una consolidata tradizione museologica scientifica e operativa, portata avanti dai professionisti museali, accogliendo in definitiva le nuove finalità “politiche” e sociali, locali e globali del museo (del resto già accolte dalla Raccomandazione UNESCO del 2015), avendo cura di non annullare ciò che lo contraddistingue rispetto alle altre istituzioni culturali e di preservare le sue funzioni fondamentali.
Adele Maresca Compagna