ICOMOS, ICA, IFLA e ICOM chiedono a tutte le parti coinvolte nell’attuazione dell’accordo globale di cessate il fuoco, entrato in vigore il 10 novembre nel Nagorno-Karabakh, di garantire in modo proattivo il pieno rispetto e la protezione di tutto il patrimonio culturale nelle aree interessate, specialmente quelle il cui controllo passa da una parte all’altra (i distretti di Agdam e Kelbajar e la regione di Lachin). Questo rispetto e protezione deve estendersi alla conservazione, interpretazione e presentazione di tutto il patrimonio culturale coinvolto.
Con riferimento alla precedente dichiarazione pubblicata dal Blue Shield, di cui le quattro organizzazioni sono membri fondatori, in data 7 ottobre 2020, si ricordano nuovamente agli interessati gli obblighi previsti dalle disposizioni di diritto internazionale a tutela del patrimonio culturale in caso di conflitto armato, in particolare dalla Convenzione dell’Aia del 1954 e dai suoi due protocolli.
ICOMOS, ICA, IFLA e ICOM ribadiscono la loro preoccupazione per le segnalazioni di danneggiamento di beni culturali durante il conflitto. Le associazioni continueranno a monitorare da vicino la situazione del patrimonio culturale e religioso durante l’attuazione delle operazioni di cessate il fuoco e di mantenimento della pace.
Senza il rispetto reciproco e il riconoscimento di tutte le componenti che costituiscono il ricco patrimonio culturale della regione del Nagorno-Karabakh, non ci può essere speranza per alcuna forma di pace duratura.