ArtLab 20 Bergamo

ArtLab, la piattaforma indipendente italiana dedicata all’innovazione delle politiche, dei programmi e delle pratiche culturali, ha organizzato l’edizione 2020 a Bergamo dal 23 al 26 settembre 2020, per riflettere su come la cultura possa avere un ruolo centrale per alimentare la coesione sociale e la ricostruzione nel post-Covid. La città che più di altre in Italia porta i segni dell’epidemia, ha ospitato in presenza presso il Monastero del Carmine, nella sala del Consiglio Comunale e in Sala Galmozzi, ben 9 dei 18 appuntamenti in programma: un segno importante per ribadire che, anche in periodo di distanziamento con tutte le precauzioni del caso, è possibile tornare a incontrarsi fisicamente per discutere su temi centrali per il futuro. La programmazione e la sostenibilità di ArtLab Bergamo si devono all’ampia rete nazionale e internazionale dei partner e ai due main partner Comune di Bergamo e Fondazione Cariplo.

Guarda i video dei 18 incontri.

Rivedi i momenti più significativi nella clip!

ICOM Italia segnala questi appuntamenti:


Cultura, benessere e coesione sociale. Nuovi divari culturali e diseguaglianze. Quali scenari possibili per alleanze generative?
Mercoledì 23 settembre dalle 16.00 alle 18.00

Fa tappa ad ArtLab Bergamo 2020 con due panel dedicati il “Cantiere di immaginazione sociale. #nessunoescluso” , percorso promosso dal CCW-Cultural Welfare Center come contributo al ripensamento collettivo in corso per uno sviluppo sostenibile e inclusivo, dopo il trauma individuale e collettivo della pandemia. I due panel mettono l’attenzione su due aspetti diversi ma ugualmente urgenti nel nuovo orizzonte storico creato dal Covid: Come può la Cultura ferita tradursi in una risorsa trasformativa per un nuovo welfare, abbracciando la complessità con le azioni sistemiche che richiede? E’ possibile e necessario prendersi cura dei curanti attraverso le risorse dell’arte, per risanare le ferite del post Covid ma anche per migliorare la stessa relazione di cura?

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L’arte del digital engagement. Social media, art influencer, edutainment, realtà aumentata
Giovedì 24 settembre, dalle 17.00 alle 18.30

Un confronto tra best practice di engagement digitale per la cultura, dall’arte contemporanea al patrimonio storico e alla letteratura.
Punto in comune di queste esperienze è la capacità di raggiungere pubblici nuovi e tradizionali attraverso canali online, utilizzando linguaggi innovativi e coinvolgenti.
Quali sono le modalità preferite da Millennials e Generazione Z per scoprire e accedere all’offerta culturale? Quali le forme di comunicazione e partecipazione più efficaci e inclusive? Social media e digital storytelling, edutainment e app di realtà aumentata: una panoramica sulle pratiche di engagement digitale, con un occhio ai pubblici di domani.

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Play Culture. A triple interview on gaming

Venerdì 25 settembre, dalle 15.45 alle 16.45

Un’intervista serrata e coinvolgente su gaming e gamification a tre sviluppatori di tre diversi paesi, creatori di alcuni dei più interessanti videogiochi per istituzioni culturali: dal MANN di Napoli al Thyssen-Bornemisza di Madrid, fino al Centre Pompidou di Parigi.
A meno di cinquant’anni dalla sua nascita, quella dei videogiochi costituisce oggi una delle maggiori industrie creative e di intrattenimento al mondo. Non solo per l’enorme indotto economico, ma anche per l’impatto culturale su una popolazione sempre più trasversale.
L’utilizzo dei videogames nel mondo della cultura (e più in generale delle dinamiche di gamification) rappresenta oggi uno dei fenomeni più innovativi e in crescita del settore, capace di far incontrare educazione e intrattenimento, engagement e arte — attraverso un prodotto creativo e un linguaggio assolutamente contemporanei.

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Le professioni culturali: riconoscimento, tutele e diritti
Venerdì 25 settembre, dalle 16.00 alle 18.00

La crisi provocata dal Covid-19 ha portato sotto la luce dei riflettori la fragilità, la frammentarietà e l’aleatorietà delle forme contrattuali dei settori culturali e creativi, caratterizzati da una moltitudine di microimprese e di forme di auto-imprenditorialità individuale, con forme contrattuali di ingaggio atipiche e temporalmente determinate. Questa condizione dipende sia da una caratteristica storica del lavoro intellettuale, sia dalla politica di esternalizzazioni che le imprese e le istituzioni più strutturate hanno operato per far fronte alla diminuzione delle risorse.
Obiettivo della sessione è individuare modalità, contenuti e perimetro di un percorso istituzionale di ascolto attraverso il quale Parlamento, Governo e INPS possano definire un quadro di riferimento normativo complessivo, a partire dal riconoscimento del valore centrale delle professioni culturali per la qualità della vita e uno sviluppo economico sociale sostenibile.

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