Raccomandazioni per la tutela e la sicurezza nei Musei in emergenza COVID-19

I decreti che sono stati finora disposti per il contrasto dell’epidemia da COVID-19 hanno avuto un impatto notevole anche sul settore dei Musei e degli altri luoghi della cultura. Mentre si valutano i danni diretti e indiretti che le disposizioni sulla chiusura al pubblico stanno avendo e avranno sia sul settore culturale sia sul comparto turistico, non si possono trascurare gli aspetti connessi alla tutela e salvaguardia dei beni culturali di cui soggetti pubblici e privati hanno la proprietà o la disponibilità.

Si ritiene, pertanto, indispensabile che i musei non trascurino tutte le misure atte ad evitare che il perdurare dello stato di emergenza e della conseguente chiusura al pubblico porti detrimento alla conservazione e alla tutela del patrimonio culturale, in particolare:

  • la vigilanza e il controllo periodico delle sedi museali e dei siti archeologici, compresi i depositi;
  • la verifica dell’integrità delle strutture
  • la verifica dello stato di funzionalità degli impianti (idraulici, elettrici, climatizzazione, antincendio, etc.);
  • la verifica dei sistemi di difesa anticrimine;
  • il monitoraggio diretto o da remoto dei valori ambientali, sia nelle sale di esposizione sia nei depositi;
  • il controllo e l’eventuale manutenzione dei materiali biologici esposti e nei depositi;
  • la manutenzione ordinaria delle aree verdi di pertinenza museale, con particolare riguardo alle aree e ai parchi archeologici nonché ai giardini storici.

In caso di pubbliche amministrazioni che abbiano in essere contratti di concessione per la gestione e i servizi al pubblico dei loro musei, si raccomanda di mantenere attivi con eventuali turnazioni – anche in caso di sospensione o modifica dei contratti stessi – i servizi “in presenza” da parte del personale addetto al controllo periodico di sede e impianti. In alternativa, si suggerisce di predisporre piani di ispezioni settimanali con personale interno alle amministrazioni stesse o di porre in essere tutte le misure ritenute idonee.

Particolare attenzione ai fini conservativi deve essere posta nel garantire la manutenzione programmata dei dispositivi per assicurare costantemente le necessarie condizioni microclimatiche e per evitare che si verifichino incontrollabili  situazioni di rischio.

Ove possibile, ICOM Italia auspica l’attivazione di forme di collaborazione tra i musei, che facciano parte di una rete già formalizzata o meno, per la condivisione di professionalità in grado di assicurare i servizi minimi necessari.

Le attività descritte, che richiedono l’accesso nella sede sono da considerarsi tra quelle indispensabili e indifferibili e rientrano tra le comprovate esigenze lavorative che, fatte salve le misure di sicurezza circa il distanziamento e la fornitura di presidi di protezione individuale, giustificano anche il mantenimento, sia pur contingentato, dell’organizzazione del lavoro “in presenza” nonché gli spostamenti dei lavoratori.

A tale proposito ICOM Italia sollecita il Governo ad aggiornare la lista dei codici ATECO in modo da consentire alle imprese che gestiscono i musei di poter espletare le funzioni sopra descritte.

ICOM Italia ritiene che le innegabili molteplici criticità che investono il mondo dei musei in questo periodo di emergenza, cui si accompagnano le preoccupazioni per un futuro che oggi è difficile delineare, possano (e debbano) essere la fonte di un ripensamento della natura stessa delle strutture espositive e del lavoro museale.

È stato da subito sottolineato come la cultura abbia reagito con prontezza, e anche con inesauribile creatività e entusiasmo, al periodo di forzata quarantena, aprendosi alla sperimentazione di modalità alternative di fruizione, tali da determinare un punto di svolta irreversibile nel rapporto con il pubblico.

Allo stesso modo, questa crisi può essere l’occasione per immaginare nuove strategie e progettare soluzioni innovative per la gestione delle strutture e l’introduzione di tecnologie orientate a creare piattaforme tecnico-organizzative (già testate in alcuni contesti) per controllare da remoto i fattori che possono incidere sulla sicurezza e la conservazione.

È auspicabile anche che i musei siano incentivati a incrementare forme di collaborazione tra istituti e altri luoghi della cultura. Quest’ultimo punto, peraltro, può preludere alla auspicabile creazione di reti e sistemi  territoriali (ove ancora non realizzate), nei quali vengano condivisi servizi integrati validi anche per il raggiungimento dei Livelli Uniformi di Qualità della Valorizzazione previsti dal Sistema Museale Nazionale.

Milano, 31 marzo 2020


Si vedano anche le raccomandazioni di ICOM-CC, il Comitato Internazionale di ICOM per la Conservazione.