Il 30 marzo ha avuto luogo in web il seminario di primavera di ICOM Europe: “Europe’s ‘Big Museums’ and Covid – the biggest museums talk about the impact: present and future“, dedicato ad uno dei temi importanti della museologia europea, adattato agli sviluppi indotti dalla crisi pandemica. Il tema si può riassumere nella richiesta di cosa accadrà in futuro ai grandi – intesi come più frequentati – musei europei a seguito della pandemia.
Nove relatori hanno sviluppato le prospettive future dei loro musei, scelti tra i più visitati in Europa fino al 2019, non evitando di affrontare “questioni sensibili”. Ci sono state conseguenze nel fatto di “essere un grande museo”? I musei che in anni recenti hanno preso una direzione puramente di mercato sono tornati ai fondamentali, cioè hanno riconsiderato che la loro missione è principalmente quella di creare cittadinanza? Diminuerà l’attenzione al turismo di massa? Si ridurrà il numero delle mostre blockbuster e, in questo caso, ritorneranno al centro le collezioni permanenti? In che modo le politiche saranno riconfigurate? In che modo l’offerta digitale da remoto si articolerà con le visite in loco? Cosa accadrà alla gestione e ai finanziamenti? Saranno rilanciati modelli pubblici?
Le risposte sono state talora puntuali e talora evasive; forse il più interessante dei modelli è quello del Rijksmuseum di Amsterdam, che, seguendo una politica in atto da alcuni anni, ha illustrato iniziative di cittadinanza particolarmente interessanti che integrano il suo ruolo di grande museo della civiltà artistica neerlandese.
Per chi vuole rivedere il dibattito, è ora disponibile la registrazione: