I recenti attacchi ad opere d’arte in diversi musei da parte di esponenti di gruppi ambientalisti sono l’espressione di forme di protesta contro l’indifferenza per i rischi derivanti dal cambiamento climatico e l’assenza di misure efficaci per mitigarne le conseguenze e per prevenirne il peggioramento. Se l’azione non si limita ad esprimere una preoccupazione proiettata sul futuro del nostro pianeta ma si rivolge alla contemporaneità e all’indifferibile urgenza di agire subito, ha suscitato scalpore la scelta delle opere d’arte come oggetto della contestazione. Per chiarire questo aspetto basti citare uno slogan da loro utilizzato: “Perché vi scandalizzate per la zuppa su un vetro e non per le vittime del cambiamento climatico?». Indubitabilmente queste azioni hanno raggiunto l’obiettivo di alzare l’attenzione sul tema della crisi climatica e di farlo in un momento in cui la politica internazionale è stata impegnata a discutere questi temi in sede di COP 27, ma come professionisti dei musei dobbiamo esporre una posizione contraria a questo modo di operare la più che legittima contestazione a fini climatico-ambientali.
Preme precisare che, come Comitato nazionale del Consiglio internazionale dei musei, conveniamo sulle ragioni di fondo di queste azioni, essendoci espressi anche a livello internazionale sui rischi globali del cambiamento climatico in sede G20 e facendo nostri gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. Tuttavia, senza negare l’importanza di richiamare la responsabilità collettiva ai temi della crisi climatica, innanzitutto raccomandiamo di evitare di porre le istanze ambientali in contrasto con l’arte, non riconoscendone il valore di espressione culturale fondamentale dell’umanità. Inoltre, pur prendendo atto dell’attenzione finora posta a non danneggiare le opere, ad esempio scegliendo come bersaglio quadri protetti da vetro, chiediamo di interrompere tali gesti per i rischi che comportano, anche perché potrebbero essere emulati con minore consapevolezza degli effetti sulla conservazione di beni culturali unici e irripetibili.
Ciò premesso, intendiamo sollecitare i musei a considerare risposte e produrre iniziative tese a contrastare la crisi climatica facendo leva su di una lettura integrata della nozione di sviluppo sostenibile e di considerare a pieno titolo questo compito nella missione culturale dei musei. Non solo, nel promuovere la presa di coscienza collettiva su questi fondamentali impegni e azioni da intraprendere per il futuro dell’umanità, li invitiamo a valutare forme di collaborazione anche con il mondo dell’attiva contestazione climatica.
Segnaliamo infine che per affermare il proprio impegno per il contrasto alla crisi climatica e il supporto alla posizione attiva dei giovani, ICOM Italia ha prodotto e sostenuto diverse iniziative tra le quali la realizzazione, partecipata tra professionisti museali e alcuni gruppi di giovani attivi per il clima, delle Linee guida per il coinvolgimento dei giovani nelle sfide comuni per l’ambiente e il clima, e una serie di webinar denominati I musei per l’ambiente e il clima, realizzati per animare il dialogo tra enti e professionisti dei musei su quanto i musei stanno già facendo in tal senso.
La Dichiarazione di ICOM international, consultabile qui, a nostro avviso, va interpretata con questo spirito.