Professionisti museali: lavoro sottopagato o non pagato | La Raccomandazione di ICOM Italia

ICOM Italia esprime forte preoccupazione per la diffusione del lavoro sottopagato o non pagato nei musei e invita le amministrazioni pubbliche e tutti i datori di lavoro a riconoscere le specifiche competenze professionali e a corrispondere compensi adeguati alle funzioni richieste, come previsto dalla nostra Costituzione, a tutela della dignità umana dei lavoratori e nel rispetto del principio di equità di trattamento a fronte di analoghe mansioni svolte.

La situazione occupazionale nel settore della cultura è nel complesso insoddisfacente, eterogenea e difficile da monitorare. La pandemia da Covid 19 e la conseguente, lunga interruzione della maggior parte delle attività nei musei e nei siti archeologici hanno fatto emergere con particolare evidenza criticità e fragilità già note, legate al precariato e alle scarse tutele per i professionisti esterni, assunti a tempo determinato da società commerciali o da cooperative con forme contrattuali diverse, quasi sempre inadeguate al livello specialistico delle mansioni richieste[1].

La drastica riduzione della spesa per la cultura, e in particolare dei fondi per la gestione degli istituti, soprattutto negli Enti locali, ha portato a una contrazione estrema degli organici e all’affidamento in concessione di servizi, e talvolta dell’intera gestione di musei o reti di musei, a società esterne, selezionate attraverso bandi orientati soprattutto alla maggiore convenienza economica.

Parallelamente si è diffuso un uso improprio del volontariato. Il fenomeno, che costituisce di per sé una risorsa preziosa e uno strumento di partecipazione e di “cittadinanza attiva”, come precisato nel Codice etico di ICOM[2], non può essere diretto alla sostituzione di professionisti impegnati stabilmente e formati per assolvere funzioni altamente specialistiche[3].

In questo quadro il ricorso al lavoro non pagato o sottopagato è diventato una prassi ormai diffusa in Italia nei musei grandi e piccoli, statali, comunali o appartenenti a Fondazioni, Enti Ecclesiastici, Università.

Esso non riguarda soltanto i livelli esecutivi, ma coinvolge ormai anche quelli direttivi. Emblematici due casi che hanno suscitato nello scorso anno l’indignazione di professionisti e degli osservatori: l’avviso pubblico del Comune di Senigallia e il bando del Comune di Deruta (sul quale ICOM è già intervenuto, v. Raccomandazione di ICOM Italia al Sindaco di Deruta in merito al conferimento dell’incarico di Direttore del Museo regionale della ceramica e della Pinacoteca comunale) che richiedevano per i rispettivi musei un direttore-coordinatore tecnico altamente qualificato, con funzioni non solo scientifiche, disposto a svolgere per tre anni un incarico non remunerato, con un semplice rimborso spese.

A questi si aggiungono altri esempi recenti che riproducono una situazione analoga: i recenti bandi del Comune di Sant’Arcangelo di Romagna e del Comune di Carrara per figure di direttore scientifico di museo prevedono remunerazioni del tutto incongrue rispetto al livello di competenze e di funzioni da svolgere.

Il problema, comune ad altri Paesi, è stato esaminato anche dalla Commissione europea che il 28 ottobre 2020 ha presentato una proposta di direttiva su “salari minimi adeguati” COM(2020)682, appoggiata dalla presidente Ursula von der Leyen, che intende promuovere la contrattazione collettiva nei paesi europei e assicurare salari minimi adeguati[4]. Si tratta di un cambio di paradigma notevole, dopo decenni in cui l’attenzione era stata posta quasi esclusivamente sulla flessibilità salariale, che di fatto consiste nel ridurre al minimo il ruolo della contrattazione collettiva e dei salari minimi legali.

In Italia il tema è stato dibattuto anche dalle Commissioni parlamentari: la Commissione Cultura della Camera, dopo aver effettuato numerose audizioni, nella risoluzione finale ribadisce tra l’altro che «…che le forme volontaristiche non possono sostituirsi alle prestazioni lavorative vere e proprie e specializzate nel settore; in particolare, il quadro normativo attuale ha agevolato la trasformazione del volontariato in vero e proprio lavoro gratuito mascherato, nonché incentivato il suo sistematico utilizzo in sostituzione del lavoro retribuito e qualificato. Tale situazione non ha fatto altro che alterare il mercato del lavoro nel settore, condizionandone non solo le possibilità di accesso da parte dei professionisti e i loro livelli retributivi, ma anche la qualità dei servizi culturali offerti»[5]

ICOM Italia, che continuerà a monitorare la situazione occupazionale nei musei, le forme di reclutamento, i bandi e i contratti, ha lanciato una Raccomandazione, predisposta dal Collegio dei probiviri, indirizzata alle amministrazioni responsabili e alle società concessionarie dei servizi.[6]

LEGGI LA RACCOMANDAZIONE DI ICOM ITALIA


[1] i dati recentemente emersi dalle Indagini ISTAT e dell’Associazione Mi riconosci evidenziano non solo la consistenza delle perdite dei posti di lavoro nel settore della cultura e dei musei a causa delle chiusure dovute alla pandemia COVID-19 ma anche come queste perdite abbiano colpito principalmente i professionisti non strutturati, già pesantemente penalizzati dal lavoro sottopagato. Per un’analisi delle criticità si si rinvia alle indagini effettuate a livello internazionale da UNESCO, ICOM e NEMO e in Italia alle ricerche effettuate dalla Fondazione Fitzcarraldo e da molti osservatori regionali.

[2] Il Codice Etico di ICOM fa riferimento al problema ai punti 1.14 e 1.17
1.14. Competenza del personale museale: È necessario l’impiego di personale qualificato con la competenza ed esperienza richieste per far fronte alle responsabilità affidate (v.i anche 2.19; 2.24)
1.17. Personale e volontari: Le amministrazioni responsabili sono tenute ad adottare in forma scritta la propria politica in materia di lavoro volontario che favorisca l’interazione efficace tra i volontari e il personale del museo

[3]  Il Codice Etico di ICOM fa riferimento al problema ai punti 1.14 e 1.17
1.14. Competenza del personale museale: È necessario l’impiego di personale qualificato con la competenza ed esperienza richieste per far fronte alle responsabilità affidate (v.i anche 2.19; 2.24)
1.17. Personale e volontari: Le amministrazioni responsabili sono tenute ad adottare in forma scritta la propria politica in materia di lavoro volontario che favorisca l’interazione efficace tra i volontari e il personale del museo.  

[4]  Il testo è riportato nella Documentazione per l’XI Commissione sulla Proposta di Direttiva relativa a salari minimi adeguati nell’UE COM(2020)682. La direttiva sarebbe applicata a lavoratori che hanno un contratto di lavoro o un rapporto di lavoro quali definiti dal diritto, dai contratti collettivi o dalle prassi in vigore in ciascuno Stato membro.

[5] https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=3/02029&ramo=CAMERA&leg=18);

[6] Il Collegio dei Probiviri di ICOM-Italia è composto da Giuliana Ericani (presidente), Ornella Foglieni, Cristiana Govi Morigi, Alessandra Mottola Molfino, Annamaria Ravagnan.

Foto: Casa d’Arte Futurista Depero