Ė entrata in vigore dal 1°aprile la Convenzione del Consiglio d’Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, firmata a Nicosia il 19 maggio 2017 da 12 Paesi e ratificata il 12 gennaio dal parlamento italiano.
Con essa gli stati si impegnano ad emanare e far rispettare una serie di norme efficaci e dissuasive che attribuiscano una gravità specifica ai reati commessi a danno dei beni culturali (quali danneggiamenti, distruzioni, furti, scavi illegali, esportazione, importazione, commercio illegali) e vi facciano corrispondere pene detentive e pecuniarie più severe.
L’Italia vi ha già dato esecuzione a questo impegno e il 3 marzo la Camera ha approvato, in via definitiva, il ddl Franceschini-Orlando recante “Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale” (già approvata dalla Camera e poi modificata dal Senato).
Il testo riforma le disposizioni penali a tutela del patrimonio culturale – attualmente contenute prevalentemente nel Codice dei beni culturali (d.lgs. n. 42 del 2004) – e le inserisce nel codice penale,
In particolare si introducono nuove fattispecie di reato; si innalzano le pene edittali vigenti, considerando che il patrimonio culturale e paesaggistico necessita di una tutela ulteriore rispetto a quella offerta alla proprietà privata; si introducono aggravanti quando oggetto di reati comuni siano beni culturali; si interviene sull’articolo 240-bis del Codice penale ampliando il catalogo dei delitti in relazione ai quali è consentita la c.d. confisca allargata”; si modifica il decreto legislativo n. 231 del 2001, prevedendo la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche quando i delitti contro il patrimonio culturale siano commessi nel loro interesse o a loro vantaggio; si modifica il comma 3 dell’art. 30 la legge n. 394 del 1991 in materia di aree protette.
🔗 Convenzione del Consiglio d’Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali