Segnali positivi per i musei italiani? | Editoriale del 4 agosto 2020

Mentre alcuni riescono a ritagliarsi un po’ di meritate vacanze e molti professionisti continuano a impegnarsi per la ripresa delle attività nei musei, monumenti, aree archeologiche del Paese, ci fa piacere aprire questa newsletter con qualche nota di cauto ottimismo.

Innanzitutto, dopo aver cercato di comprendere  in questi mesi le ferite e i danni inferti dalla pandemia alle istituzioni culturali e alle persone occupate nel settore, dopo aver reclamato a gran voce la necessità di finanziamenti pubblici per consentire la ripresa, anche in un’ottica di sostegno al nascente Sistema Museale Nazionale, ci sembra importante poter segnalare un’azione concreta del governo nazionale per i musei e sottolineare come i contributi non siano rivolti soltanto ai musei statali, ma anche ai musei non statali. Si potrà discutere se gli stanziamenti previsti siano sufficienti a garantire la sopravvivenza, e ci auguriamo il rilancio delle tante realtà disseminate sul territorio, ma dobbiamo dare atto che la ratio del provvedimento risponde a una visione generale della produzione e dell’offerta culturale che prescinde dalla proprietà e dalla tipologia degli istituti e riconosce il ruolo sociale dei musei e la capacità di molti di essi di incidere su benessere, armonia sociale, sviluppo  economico delle comunità. A questo impegno nazionale corrisponde inoltre analoga attenzione da parte di molte Regioni che hanno lanciato bandi a favore dei musei locali.

Un altro segnale importante, a nostro avviso, è dato dall’accelerazione che ci sembra di rilevare nel processo di attuazione proprio del Sistema Museale Nazionale: dopo l’accreditamento dei musei autonomi statali, si attende ora quello dei musei accreditati dalle Regioni per le quali è stata accertata l’equiparazione dei criteri e requisiti a quelli fissati dalla normativa nazionale, e intanto si è dato avvio a uno straordinario programma di formazione. Siamo convinti che la scadenza del mandato del direttore generale Antonio Lampis, che ha dedicato alla realizzazione del SMN tante energie ed entusiasmo, non comporterà rallentamenti e cesure, considerata la indiscussa competenza e l’esperienza del nuovo direttore Massima Osanna, che garantirà la continuità di questo ambizioso progetto.

Naturalmente siamo consapevoli delle persistenti criticità e della vastità dei problemi da affrontare, legati non solo alla capacità dei musei di riorganizzarsi e di riprogettare posizionamento e attività, ma anche a fenomeni esterni ancora difficili da prevedere, quali la ripresa del turismo internazionale e nazionale, la capacità di spesa degli italiani, gli investimenti di cittadini, imprese, associazioni, fondazioni bancarie nel settore culturale, le alleanze con altri soggetti istituzionali, in primis scuola e università.

Per i musei dello Stato incombe inoltre l’urgenza del ricambio generazionale: il processo di pensionamento in atto nel MiBACT richiede l’avvio e rapido completamento dei concorsi in atto e annunciati, per assicurare in tempi sostenibili il reclutamento di professionisti museali e concretizzare le potenzialità culturali degli istituti museali.

ICOM Italia avvierà nel mese di settembre una più attenta analisi e riflessione sullo stato di fatto e sulle prospettive, facendo tesoro dei risultati delle numerose indagini già compiute e avviando un confronto con i propri soci istituzionali e individuali.

Siamo comunque fiduciosi che la profonda scossa prodotta dal Covid 19 abbia offerto agli operatori una più acuta consapevolezza del proprio ruolo e un desiderio di ripensare, creare, innovare che daranno sicuramente i loro frutti.

Adele Maresca Compagna